Il provvedimento di revoca del bando, dei suoi allegati e di tutti gli atti ad esso successivi e conseguenti, ivi inclusi i verbali di gara, non può essere adottato dal RUP.
Essendo la funzione del responsabile unico del procedimento di tipo esclusivamente istruttoria/propositiva e non decisoria, il RUP – salvo che coincida con il dirigente/responsabile del servizio – non può adottare l’atto finale della procedura di gara.
Questo il principio espresso dal Tar Lazio con la sentenza n. 11781 del 4 dicembre 2018.
Nel caso di specie un operatore economico aveva contestato l’incompetenza del RUP in ordine all’adozione del provvedimento di revoca del bando e dei conseguenti atti di gara della procedura.
La stazione appaltante aveva precisato che la persona fisica che rivestiva la qualifica di RUP era stata munita di apposita procura in materia di svolgimento delle procedure di gara da parte dell’Amministratore Delegato.
L’articolo 31, comma 3, del d.lgs. 50/2016 prevede che il R.U.P. “svolge tutti i compiti relativi alle procedure di programmazione, progettazione, affidamento ed esecuzione previste dal presente codice, che non siano specificatamente attribuiti ad altri organi o soggetti”.
Il successivo comma 4 declina in modo puntuale, poi, una serie di compiti del RUP “oltre” a quelli specificatamente previsti da altre disposizioni del Codice in relazione a specifici adempimenti che caratterizzano le fasi dell’affidamento e dell’esecuzione del contratto
Come osservato dai giudici amministrativi, fra i compiti ivi rassegnati (di impulso, istruttoria e proposta) non compaiono quelli legati all’adozione dell’atto finale della procedura.
Si ricorda che la disciplina di maggiore dettaglio sui compiti specifici del RUP, nonché sui requisiti di professionalità e sui presupposti e le modalità di nomina del RUP è contenuta nelle linee guida Anac n. 3 recanti «Nomina, ruolo e compiti del responsabile unico del procedimento per l’affidamento di appalti e concessioni».
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