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Corruzione: il danno alla p.a. corrisponde al valore della tangente percepita


La tangente configura un danno alla P.A. in termini diretti poiché si deve presumere che tale maggior importo venga poi recuperato sul valore del contratto e si trasformi, quindi, in un maggior costo per l’amministrazione.

Questo il principio espresso dalla Corte dei Conti, sez. giur. Lazio, con la sentenza n. 83 depositata il 14 febbraio 2018.

Nel caso di specie un assessore e un dipendente avevano favorito, con i comportamenti dilatori posti in essere, riguardanti la gara finalizzata ad individuare un nuovo contraente, la proroga del rapporto contrattuale con la ditta che effettuava il servizio di raccolta rifiuti (e che in cambio aveva elargito la tangente).

I giudici contabili hanno ritenuto sussistente il danno da corruzione, derivante dalla percezione della tangente e quantificato in base all’importo della tangente percepita (Corte dei conti, sez. giur. Lombardia, sentenza n. 199/2016; sez. giur. Lombardia, sentenza n. 170/2015).

Leggi la sentenza
CC Giur. Lazio sent. n. 83 – 2018


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