Un sindaco ha chiesto un parere in merito al diritto all’aspettativa riconosciuta a favore dei dipendenti di ruolo incaricati da un altro ente ai sensi dell’art. 110 del d.lgs. 267/2000.
In particolare, il comune ha chiesto:
- se sia corretto riconoscere l’aspettativa automaticamente, non potendo l’Amministrazione datore di lavoro effettuare alcuna verifica organizzativa e funzionale o se sia consentito effettuare un bilanciamento tra il contrapposto interesse singolo del dipendente a una nuova esperienza professionale e quello dell’Amministrazione a non veder compromessa la sua capacità di funzionamento e gestione dei servizi pubblici;
- se il dipendente abbia diritto alla conservazione del posto nell’ente di provenienza e quindi possa rientrare in servizio anche prima della scadenza dell’incarico;
- se sia necessario che l’Amministrazione conteggi, lo spazio di spesa relativo al personale in aspettativa ex art. 110 d.lgs. 267/2000.
I magistrati contabili dell’Emilia-Romagna, con la determinazione n. 123 pubblicata sul sito della sezione regionale di controllo il 27 luglio 2021, hanno qualificata come ammissibile la richiesta relativa al terzo quesito, in quanto la questione se “lo spazio di spesa relativo al personale in aspettativa ex art. 110” debba essere computato ai fini del rispetto del tetto di spesa ex art. 1 comma 557 legge 296/2006 rientra nel perimetro della contabilità pubblica, ed è formulata in termini generali e astratti.
Al contrario, i primi due quesiti esulano dalla materia contabile e perciò risultano oggettivamente inammissibili.
I magistrati contabili hanno precisato che la spesa per il personale da computare ai fini del rispetto del limite posto dal citato comma 557-quater è solo quella impegnata dall’ente.
Il dipendente incaricato ex art. 110 del TUEL da un altro ente percepisce la retribuzione esclusivamente da tale ultimi ente per la durata dell’incarico.
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