E’ legittima la gestione del Centro Unico di Prenotazione (CUP) tramite una società in house providing.
Questo il principio espresso dal Tar Puglia n. 1419 del 18/11/2020.
Nel caso di specie, un’azienda sanitaria locale (ASL) procedeva all’affidamento in house providing del servizio del CUP.
L’operatore economico aggiudicatario del precedente appalto finalizzato alla gestione del CUP proponeva ricorso in merito alla scelta operata dall’ASL.
I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso proposto dalla ricorrente ed hanno osservato che:
- il fine sotteso all’internalizzazione del servizio è quello di assicurare un assetto organizzativo delle attività di front-office il più possibile rispondente alle esigenze dell’ASL;
- non è stato violato nel caso di specie l’art. 192, comma 2, del d.lgs. n. 50/2016 (come invece sostenuto dalla ricorrente) in quanto l’ASL ha dato conto con motivazione completa delle ragioni del mancato ricorso al mercato, dimostrando anche gli obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità, nonché della qualità del servizio e impiego ottimale delle risorse pubbliche;
- La scelta operata dalla ASL risulta essere ponderata ed adeguata rispetto al servizio offerto ed agli aspetti qualitativi che misurano gli ambiti legati all’efficacia del servizio rispetto al beneficio per l’utenza e più in generale all’efficienza produttiva dell’attività svolta. Infatti sotto questo profilo la riorganizzazione organica e coordinata dei servizi di front-office assicurano una maggiore efficienza economica;
- La ASL ha valutato tutti i costi dei servizi in relazione ai prezzi di mercato, valutando in termini comparativi la congruità economica della soluzione prescelta.
Per tutti i motivi suindicati, i giudici amministrativi hanno respinto il ricorso proposto dalla ricorrente ed hanno evidenziato che è da considerarsi legittima la gestione del CUP tramite una società in house providing.
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