È pienamente legittima la richiesta di accesso alle email scambiate tra i membri di una commissione esaminatrice in merito alla valutazione della procedura d’esame, in quanto sono qualificabili come documenti amministrativi adottati nell’esercizio di funzioni pubbliche.
Questo il principio espresso dal Tar Abruzzo, Sezione Prima, con la sentenza n. 193 del 22 luglio 2019, con la quale ha accolto il ricorso presentato da un candidato a una selezione avverso il diniego alla richiesta di accesso a tutti gli atti predisposti dalla commissione di concorso.
Nel caso di specie, un ente aveva indetto una procedura selettiva e i membri della commissione esaminatrice avevano definito i criteri di valutazione delle prove tramite scambio di email. Nel verbale, predisposto dalla stessa, era stato dato atto che era avvenuto uno scambio di opinioni tramite email e telefonate, in un momento antecedente all’incontro collegiale.
Un candidato aveva presentato istanza di accesso alle email e l’ente non aveva risposto, determinando il silenzio-rigetto dell’istanza. L’interessato aveva quindi presentato ricorso al TAR.
I giudici amministrativi hanno ritenuto sussistente il diritto di accesso agli atti, precisando che le email scambiate tra membri di una commissione giudicatrice non possono essere qualificate come corrispondenza privata, laddove siano state scritte nell’esercizio di funzioni pubblicistiche. Tra l’altro, erano state richiamate espressamente nel verbale, pertanto, costituivano atti connessi e correlati a quanto dichiarato nello stesso (si veda anche Consiglio di Stato, sentenza n. 1113/2015; Tar Firenze, sentenza n. 1375/2016).
Il TAR ha pertanto chiarito che le email scambiate tra i membri della commissione giudicatrice devono essere acquisite agli atti del procedimento e possono essere oggetto di accesso documentale, ai sensi della legge 241/1990.
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Tar Abruzzo Sent. n. 0193-2019