Entra in area riservata:
Entra in area riservata:
 

La condotta infedele del dipendente viola il diritto alla reputazione (immagine) della P.A.


La condotta illecita del funzionario amministrativo che percepisce somme di denaro per agevolare e velocizzare la liquidazione delle fatture emesse dalla società affidataria del servizio di raccolta rifiuti per il comune, è idonea a deteminare la lesione dell’immagine e dell’onorabilità della p.a.

Questo il principio espresso dalla Corte dei Conti, sez. giur. Sicilia, con la sentenza n. 446 depositata il 14 luglio 2017.

Nel caso di specie, il dipendente pubblico aveva ricevuto per sè e per il coniuge una retribuzione non dovuta (consistente nel pagamento di un viaggio e di un soggiorno) da parte della ditta incaricata della raccolta dei rifiuti presso il comune, al fine di velocizzare l’istruttoria dei pagamenti dei servizi e delle prestazioni resi dalla predetta società.

Per tale condotta illecita la Corte di Appello aveva confermato la penale responsabilità del dipendente per il delitto di corruzione impropria, previsto dall’art. 318 c.p. (sentenza poi confermata dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 22707/2017).

Considerata la gravità dei fatti e la diffusione mediatica della vicenda, i giudici contabili hanno ravvisato la violazione del diritto alla reputazione (immagine) dell’amministrazione di appartenenza, condannando il dipendente a risarcire il danno non patrimoniale arrecato all’ente.

Leggi la sentenza
CC Giur. Sicilia sent. n. 446 -17


Richiedi informazioni