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Giur. Piemonte, sent. n. 178 – Danno all’immagine in relazione a fatti di concussione e peculato


Risponde del danno arrecato all’immagine dell’ente il dipendente pubblico che nell’assegnare lavori pubblici esige dalle ditte appaltatrici utilità a suo favore come contropartita.

Questo il principio ribadito dalla Corte dei Conti, sez. giur. Piemonte, con la sentenza n. 178/2015.

Nel caso di specie il responsabile di servizio dell’area tecnica di un comune, incaricato, tra l’altro, della direzione dei lavori pubblici e della manutenzione di mobili e immobili, aveva affidato senza gara alcuni appalti pretendendo, in cambio, delle prestazioni gratuite nell’alloggio di proprietà, minacciando la mancata assegnazione di altri lavori, nonché il ritardo nei relativi pagamenti.

Per tali fatti il dipendente era stato condannato, in sede penale, con sentenza irrevocabile per i reati di cui all’articolo 317 c.p. (concussione) e 314 c.p. (peculato), per aver indotto gli imprenditori, con i quali era venuto in contatto per ragione del suo ufficio, a riconoscere a lui e/o alla convivente indebiti vantaggi economici attraverso condotte inequivocamente minatorie.

La procura aveva quindi richiesto la condanna del dipendente al risarcimento del danno patrimoniale e di quello all’immagine arrecato dell’ente.

Come evidenziato dai giudici contabili il danno all’immagine si concretizza ogniqualvolta un soggetto, legato da un rapporto di servizio con la pubblica amministrazione, ponga in essere un comportamento criminoso e sfrutti la posizione ricoperta per il soddisfacimento di scopi personali utilitaristici e non per il raggiungimento di interessi pubblici generali, così minando la fiducia dei cittadini nella correttezza dell’azione amministrativa, con ricadute negative sull’organizzazione amministrativa e sulla gestione dei servizi in favore della collettività.

Tale tipo di pregiudizio si configura quando la rottura di quella aspettativa di legalità, imparzialità e correttezza che il cittadino e gli appartenenti all’ente pubblico si attendono dall’apparato, viene spezzata da illecito comportamento dei suoi agenti.

Tenuto conto del notevole disvalore sociale connesso alla gravità del delitto di concussione e peculato commesso, nonché della diffusione mediatica della vicenda penale, i giudici contabili hanno condannato il dipendente pubblico al risarcimento del danno arrecato all’immagine dell’ente di appartenenza.

Leggi la sentenza
CC Sez. giurisd. Piemonte sent. n. 178-15

 


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