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Anticorruzione: l’Anac ha emanato le Linee guida per gli organismi pubblici


L’Anac ha definitivamente approvato, con la Determinazione n. 8 del 17 giugno 2015, le “Linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici”, in vigore dal 25 giugno 2015, data di pubblicazione sul sito dell’Autorità.

Le Linee guida sono rivolte alle società e agli enti di diritto privato in controllo pubblico, nonché agli enti pubblici economici e contengono indicazioni operative in merito all’applicazione delle norme in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza.

Le Linee guida forniscono anche alle amministrazioni controllanti, indicazioni in merito a come attuare il controllo.

L’Anac ha dichiarato che queste linee guida sostituiranno, ove non compatibili, i contenuti del PNA in materia di misure di prevenzione della corruzione e trasparenza.

Gli organismi partecipati e gli enti pubblici economici, quali ad esempio le aziende speciali, dovranno approvare il piano triennale di prevenzione della corruzione, predisposto dal responsabile della prevenzione della corruzione “in stretto coordinamento con l’organismo di vigilanza”.

L’adozione degli atti spetta al consiglio di amministrazione

Le linee guida specificano i contenuti minimi del Piano:

a) individuazione e gestione dei rischi di corruzione, da effettuare tramite un’analisi delle attività sensibili a rischio corruzione, con espresso rinvio a quelle elencate all’articolo 1, comma 16 della legge 190/2012 e altre, specificamente individuate da ciascun organismo. L’Anac ha indicato alcuni esempi (area dei controlli, economico-finanziaria, relazioni esterne, rapporti con amministratori pubblici);

b) predisposizione del sistema dei controlli, anche sulla base dei modelli organizzativi elaborati ai sensi del d.lgs. 231/2001 o con il loro adeguamento;

c) elaborazione, di un codice di comportamento per dipendenti e amministratori, che abbia rilevanza ai fini della responsabilità disciplinare, analogamente a quanto previsto per i codici adottati dalle p.a.;

d) elaborazione di un “Programma per la trasparenza”;

e) definizione e verifica delle inconferibilità e incompatibilità specifiche per gli incarichi di amministratore e per gli incarichi dirigenziali;

f) definizione delle modalità di assunzione, formazione e rotazione dei dipendenti, avendo riguardo alla tutela del dipendente che segnala attività illecite;

g) descrizione delle attività di monitoraggio per l’attuazione delle misure per la prevenzione della corruzione.

Gli organismi dovranno obbligatoriamente individuare il Responsabile della prevenzione della corruzione, prevedendo eventualmente anche modifiche statutarie e trasmettendo i dati di nomina all’Anac.

L’Autorità ha previsto che tale figura, nominata dal CdA, venga individuata tra i dirigenti in servizio o, eccezionalmente negli enti privi di dirigenti, tra i responsabili in possesso di idonee competenze.

Per quanto riguarda la trasparenza, le Linee Guida chiariscono che agli enti controllati si applicano le disposizioni contenute nel d.lgs. 33/2013.

Pertanto, gli obblighi ivi previsti devono essere assolti relativamente alle attività di pubblico interesse, ma anche per quanto riguarda l’organizzazione.

Per le società partecipate in via minoritaria dalla p.a. è prevista l’adozione di un modello organizzativo conforme al sistema di prevenzione delineato dal d.lgs. 231/2001, che risulti idoneo, limitatamente alle attività di interesse pubblico svolte, a prevenire i reati previsti dalla legge 190/2012.

Gli enti pubblici economici e le società in house di fatto sono chiamate ad attuare integralmente il sistema di misure disciplinato dalla legge 190/2012 e dai relativi decreti attuativi, alla stregua delle p.a. controllanti.

L’Anac ha richiamato le amministrazioni ad attuare un controllo penetrante nei confronti degli organismi partecipati, prevedendo all’interno dei propri piani apposite misure organizzative.

Gli organismi partecipati e gli enti pubblici economici, dopo aver nominato il Responsabile della prevenzione della corruzione, dovranno predisporre entro il 15 dicembre 2015 una relazione in cui devono essere indicati i risultati ottenuti con l’attività di prevenzione svolta, dando conto delle misure già adottate.

L’adeguamento alle Linee guida, con l’adozione delle misure di organizzazione e gestione per la prevenzione della corruzione ex lege 190/2012, dovrà comunque avvenire entro il 31 gennaio 2016.

Per quanto attiene alla trasparenza, fermo restando quanto già stabilito anche in termini di sanzioni dall’articolo 22 del d.lgs. 33/2013, gli organismi partecipati devono adeguare tempestivamente i propri siti web con i dati e le informazioni da pubblicare alle nuove Linee dell’Anac.

L’Anac infine ha richiamato gli enti pubblici, soci di tali organismi, a sottoscrivere non oltre il 31 dicembre 2015, la stipula dei protocolli di legalità, in cui dovrà essere indicata la cadenza temporale delle misure di prevenzione della corruzione che gli organismi dovranno adottare.

 


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