Un sindaco ha chiesto un parere in merito alla corretta interpretazione dell’articolo 58 del d.l. 112/2008 che prevede l’obbligo per Regioni, Province, Comuni e altri Enti locali, nonché per società o Enti a totale partecipazione pubblica di individuare “redigendo apposito elenco, sulla base e nei limiti della documentazione esistente presso i propri archivi e uffici, i singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione” .
In particolare, l’ente ha chiesto se sia possibile procedere alla donazione di un immobile all’Università.
I magistrati contabili del Friuli con la deliberazione 94/2014 pubblicata sul sito della sezione regionale di controllo il 10 giugno, hanno evidenziato che la norma riguarda soltanto i beni non strumentali per i quali è facoltà degli enti proprietari procedere alla dismissione, con conseguente incasso del valore di mercato, o alla loro valorizzazione, con conseguente mantenimento della proprietà del bene valorizzato.
I magistrati contabili hanno evidenziato che “la cessione gratuita di un immobile non rientra tra le tipiche modalità di valorizzazione del patrimonio ipotizzate dal legislatore” (in tal senso Corte dei conti, sez. contr. veneto, del. 33/2009).
In tal senso, una cessione gratuita permanente (donazione) degli immobili non strumentali non solo non produrrebbe alcuna entrata economica per l’ente (smentendo quindi le finalità sottese al possesso di beni immobili non strumentali), ma addirittura rappresenterebbe una “fonte di depauperamento – e dunque di danno – patrimoniale per l’ente, che è invece tenuto ad improntare la gestione del proprio patrimonio a criteri di economicità ed efficienza, e a scegliere la soluzione che ottimizzi al massimo i costi di gestione in relazione anche alle finalità cui il patrimonio è adibito”.