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Gare: l’irregolarità contributiva sopravvenuta in fase di gara può essere sanata


La regolarità contributiva costituisce condizione di ammissione alla gara con la conseguente impossibilità di procedere ad una sanatoria qualora l’impresa non risulti in regola alla data di presentazione dell’offerta o della domanda di partecipazione.

Al contrario, quando la situazione di irregolarità contributiva (grave e definitiva) si sia verificata solo in corso di gara, l’impresa può regolarizzare la propria posizione, evitando così l’esclusione.

Questo il chiarimento fornito dall’Avcp nel parere n. 62 del 19 marzo 2014, con il quale ha risposto ad un comune che aveva chiesto un parere in merito alla legittimità dell’eventuale aggiudicazione definitiva da disporsi nei confronti della ditta risultata aggiudicataria provvisoria.

Nel caso di specie l’impresa, in possesso di durc regolare alla data di presentazione dell’offerta, era risultata, in corso di gara, non in regola con il versamento di alcuni contributi.

Tuttavia, l’impresa aveva provveduto a regolarizzare immediatamente la propria posizione.

L’Autorità ha ricordato che l’articolo 7, comma 3, del decreto del Ministero del Lavoro del 24 ottobre 2007 stabilisce che gli istituti previdenziali, prima dell’emissione del DURC irregolare, devono invitare l’impresa interessata a regolarizzare la propria posizione entro un termine non superiore a quindici giorni, qualunque sia l’entità economica dell’irregolarità riscontrata.

Tale onere sussiste, in particolare, per tutte le ipotesi in cui la richiesta formulata dalla stazione appaltante attenga a fasi successive a quella della verifica sull’autodichiarazione allegata all’offerta.

Ne consegue che ogni sopravvenuta situazione di irregolarità contributiva (grave e definitiva), non ancora presente al momento della presentazione dell’offerta e maturata in pendenza della procedura di gara, può essere sanata dall’impresa.

 


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