Nelle gare i chiarimenti forniti e pubblicati dalla stazione appaltante che attengono ad un elemento essenziale dell’offerta e che quindi possono incidere sulle valutazioni relative all’offerta economica, devono essere pubblicati almeno 6 giorni prima della scadenza dei termini per la presentazione dell’offerta.
In caso contrario, la stazione appaltante deve prorogare i termini ai fini di tutela della par condicio.
Questo quanto chiarito dall’Avcp, nel parere 117/2013, con il quale ha risposto all’istanza presentata da una società che aveva contestato l’illegittimità del diniego di proroga del termine per la presentazione delle offerte.
L’Autorità ha ricordato che l’articolo 71, comma 2, del codice dei contratti stabilisce che nelle procedure aperte la stazione appaltante è tenuta a rispondere alle richieste di chiarimenti pervenute dai concorrenti in tempo utile, almeno 6 giorni prima del termine di presentazione delle offerte (4 giorni nei casi di procedure ristrette o negoziate urgenti).
Se la stazione appaltante, per qualunque motivo, non risponde entro tali termini, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 70, comma 10, del codice dei contratti, “i termini per la ricezione delle offerte sono prorogati in modo adeguato a consentire che tutti gli operatori economici interessati possano prendere conoscenza di tutte le informazioni necessarie alla preparazione delle offerte”.
Nel caso di specie, la stazione appaltante aveva pubblicato il chiarimento 4 giorni prima della scadenza del termine, ma aveva negato la proroga dello stesso, richiesta dalla società al fine di modificare la relativa offerta economicamente più vantaggiosa.
L’Avcp ha ritenuto tale diniego illegittimo, in quanto se sono state apportate modifiche al bando di gara fornendo chiarimenti riguardanti elementi essenziali dello stesso la mancata riapertura dei termini per la ricezione delle offerte non è conforme ai principi di trasparenza e tutela della parità di trattamento.