Un sindaco ha chiesto un parere in merito alla possibilità di escludere dal calcolo del saldo finanziario l’importo del fondo svalutazione crediti.
I magistrati contabili della Puglia, con la deliberazione 180/2013 pubblicata sul sito della sezione regionale di controllo il 9 gennaio 2014, hanno chiarito che, al fine di verificare se le previsioni contenute nel bilancio annuale e pluriennale siano compatibili con gli obiettivi posti dal patto di stabilità interno, è necessario scomputare dagli stanziamenti del Titolo I° della spesa l’importo corrispondente al “fondo svalutazione crediti” allocato al Titolo I – Funzione 1 – Servizio 8 – Intervento 10 (in senso conforme la circolare n. 5/2013 del Ministero dell’Economia e della Finanze – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato; in senso contrario Corte dei conti, sez. contr. Toscana, n. 287/2012, che ha ritenuto tale esclusione una grave irregolarità contabile).
Secondo i magistrati contabili, infatti, gli enti, nell’accertare la compatibilità tra le previsioni di competenza e le regole del PSI, devono tener conto delle sole voci computate nel saldo finanziario di competenza mista.
Al riguardo, l’articolo 31, comma 3 della legge 183/2011 definisce il saldo di competenza mista come la “somma algebrica tra gli importi risultanti dalla differenza tra accertamenti e impegni, per la parte corrente, e dalla differenza tra incassi e pagamenti, per la parte in conto capitale, al netto delle entrate derivanti dalla riscossione di crediti e delle spese derivanti dalla concessione di crediti”.
Sugli stanziamenti del fondo svalutazione crediti non è possibile assumere impegni di spesa, a causa del particolare meccanismo con cui il fondo di svalutazione alimenta l’avanzo (vincolato) di amministrazione.
Ne consegue che il relativo stanziamento di previsione non deve essere considerato ai fini del saldo di competenza mista.