La Regione ha posto due distinti quesiti, in merito alla possibilità di:
a) alienare un immobiliare, in caso di plurime aste andate deserte, ad un prezzo ribassato;
b) procedere all’accertamento di un’entrata correlata ad un credito, nella specie liquido ma non esigibile, in quanto condizionato all’esito delle predette gare, ai fini della copertura finanziaria di una spesa di investimento.
I magistrati contabili della Liguria, con la deliberazione n. 43/2013 pubblicata sul sito della sezione regionale di controllo il 2 luglio, hanno richiamato quanto espresso dalla sezione regionale di controllo per la Lombardia nella deliberazione 50/2013 secondo cui “non si rinviene un limite normativo oltre il quale l’amministrazione non possa scendere nella determinazione del valore da porre a base di gara per l’alienazione di un immobile”.
Tuttavia, hanno evidenziato i magistrati contabili, a presidio della salvaguardia del patrimonio immobiliare dell’Ente pubblico, il valore non potrà essere deprezzato oltre la soglia di congruità del valore del bene stesso.
Relativamente al secondo quesito, i magistrati contabili hanno chiarito che, “ai fini della corretta copertura finanziaria di una spesa (nella specie di investimento) è necessario che il quadro delle risorse disponibili consenta di procedere all’accertamento di entrate, supportate da idonei titoli giuridici (contratto, provvedimento, ecc.) che si riferiscano a crediti liquidi ed esigibili e dunque non sottoposti a condizioni sospensive o risolutive”.
Pertanto, nella specie, il controvalore di un’offerta irrevocabile di acquisto di un immobiliare, assistita da garanzia autonoma a prima richiesta, condizionata dall’esito delle procedure di evidenza pubblica, peraltro ancora da avviare, per la dismissione dello stesso, non costituisce idoneo mezzo di copertura finanziaria della spesa, in quanto correlato ad un credito liquido ma non esigibile.