L’Avcp ha inviato a Governo e Parlamento l’atto di segnalazione n. 1 del 27 marzo 2013, concernente “Pubblicazione cartacea degli avvisi e dei bandi ex art. 66, comma 7 secondo periodo, del Codice”.
Nella segnalazione l’Avcp auspica un intervento normativo atto a coordinare i recenti interventi normativi che hanno posto in dubbio la perdurante sussistenza dell’obbligo di pubblicazione per estratto sui quotidiani.
Secondo l’Autorità, la frammentarietà e la mancanza di chiarezza del quadro legislativo possono essere all’origine di un ingente contenzioso amministrativo, soprattutto in considerazione dell’obbligo di rimborso delle spese di pubblicazione a carico dell’aggiudicatario, introdotto dalla legge 221/2012 di conversione del d.l. 179/2012.
In materia, si sono succeduti diversi interventi normativi.
Si ricorda, infatti, che l’articolo 32, comma 5 legge 69/2009 ha sancito che “dal 1º gennaio 2013, le pubblicazioni effettuate in forma cartacea non hanno effetto di pubblicità legale, ferma restando la possibilità per le amministrazioni e gli enti pubblici, in via integrativa, di effettuare la pubblicità sui quotidiani a scopo di maggiore diffusione, nei limiti degli ordinari stanziamenti di bilancio”, mentre recentemente la legge anticorruzione, ai commi 15 e 16 dell’articolo 1, nell’ambito dell’indicazione delle informazioni che i siti internet delle pa devono riportare, precisa che “restano ferme le disposizioni in materia di pubblicità previste dal codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163”.
L’Avcp ha prospettato due contrapposti orientamenti interpretativi: una prima tesi secondo cui, dati i richiami espressi alle norme di pubblicità previste dal codice, da parte della legge anticorruzione e del decreto sviluppo bis, le amministrazioni hanno l’obbligo di pubblicazione anche sui quotidiani.
Secondo altra interpretazione, invero, in linea con le misure di modernizzazione, semplificazione e digitalizzazione dell’attività amministrativa, la pubblicazione degli avvisi sui quotidiani deve considerarsi una mera facoltà.
L’Avcp ha richiesto, dunque, un intervento del legislatore, atto a coordinare le diverse disposizioni succedutesi nel tempo.