Sui siti dei Comuni non possono essere pubblicati atti e documenti contenenti dati sullo stato di salute dei cittadini.
Il Garante per la protezione dei dati personali ha fatto oscurare il contenuto di alcune ordinanze nelle quali era stato disposto il trattamento sanitario obbligatorio per determinati cittadini.
Nelle suddette ordinanze, infatti, erano stati indicati “in chiaro” non solo i dati anagrafici e la residenza, ma anche la patologia della quale soffriva la persona.
Il garante, richiamate le disposizioni del Codice della privacy e le Linee guida sulla trasparenza on line della Pa emanate nel 2011, che vietano espressamente la diffusione di dati idonei a rilevare lo stato di salute delle persone, ha imposto alle amministrazioni “non solo di oscurare i dati personali, presenti nei provvedimenti, da qualsiasi area del sito, ma anche di attivarsi presso i responsabili dei principali motori di ricerca per fare in modo che vengano rimosse le copie web delle ordinanze e di tutti gli altri atti aventi ad oggetto il ricovero per trattamento sanitario obbligatorio dagli indici e dalla cache”.
L’Autorità procederà a avviare nei confronti dei Comuni interessati le previste procedure sanzionatorie per trattamento illecito di dati personali.