Un sindaco ha richiesto un parere in merito alla possibilità di considerare mobilità tra enti l’inquadramento, con contratto a tempo parziale (50%), nei ruoli di un vigile urbano già dipendente dell’Unione, cui lo stesso Ente ha partecipato e destinata allo scioglimento in data 31 dicembre 2012.
L’ente ha premesso che la maggior spesa per la nuova unità (da utilizzare comunque in convenzione con altri comuni) sarà compensata dalla minor spesa per dipendenti addetti ad altri servizi da svolgere in convenzione a partire dal 2013.
I magistrati contabili del Piemonte, con la deliberazione n. 7/2013, pubblicata sul sito della sezione regionale di controllo il 7 marzo, hanno chiarito che, “pena la possibile elusione delle regole di contenimento della spesa di personale, nei trasferimenti di personale, a qualsiasi titolo, fra Comuni e Unione, in entrambe le direzioni, si deve tenere conto della somma complessiva delle spese, calcolata sommando i dati degli Enti locali che costituiscono l’Unione e quelli di quest’ultimo soggetto”.
Secondo i magistrati contabili, pertanto, “la disciplina vincolistica in materia di spese di personale va dunque riferita non solo al singolo Ente locale, ma anche a tutte quelle forme di cooperazione e di esternalizzazione, che tendono a disarticolarne l’unità in più centri giuridici (di diritto pubblico o privato), dotati di propria soggettività e competenze, su cui l’Ente, tuttavia, mantiene il controllo gestionale dall’esterno, quali, appunto, le Unioni di comuni”.
Relativamente alla particolare ipotesi prospettata, i magistrati contabili della Corte dei Conti hanno chiarito che l’ente, dopo lo scioglimento dell’unione, potrà provvedere ad inserire un’unità già dipendente dell’unione cui partecipa, “nel rispetto dei limiti alle spese di personale al momento applicabili allo stesso Ente”, e tenuto conto delle minori spese derivanti dallo svolgimento in forma associata con altri enti delle funzioni del Comune.