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Indennità di turno: organizzazione preventiva e effettiva rotazione dei dipendenti


L’indennità di turno può essere riconosciuta solo previa deliberazione da parte dell’ente di un modello organizzativo che la preveda, e di un’effettiva rotazione dei dipendenti in misura equilibrata tra i vari turni.

E’ quanto ha affermato il Consiglio di Stato, sezione V, con la sentenza n. 11/2013 con la quale ha respinto il ricorso di alcuni dipendenti comunali volto al riconoscimento dell’indennità di turnazione.

Nel caso di specie alcuni vigili urbani dipendenti di un comune avevano richiesto all’ente di appartenenza il riconoscimento dell’indennità di turno, con riferimento ad un periodo antecedente all’effettivo riconoscimento,  in ragione del fatto che avevano svolto le loro prestazioni lavorative seguendo un orario distribuito su turni giornalieri di lavoro, in quanto inseriti in una struttura operativa organizzata secondo un servizio continuativo per oltre dodici ore giornaliere.

Il comune, in applicazione delle disposizioni contrattuali in materia, aveva riconosciuto l’erogazione della suddetta indennità con una delibera di Giunta con decorrenza successiva rispetto ai periodi oggetto di richiesta da parte dei ricorrenti.

A fronte del mancato riconoscimento da parte dell’ente i dipendenti avevano presentato ricorso al Tar, il quale riteneva infondata la richiesta relativa al diritto a percepire la maggiorazione del trattamento economico per il periodo richiesto antecedente all’effettivo riconoscimento da parte dell’amministrazione, unico atto idoneo a dare legittimità all’erogazione dell’indennità di turno.

I ricorrenti presentavano appello ribadendo le ragioni oggetto del giudizio di primo grado  ritenendo la delibera di giunta con la quale era stato riconosciuto il diritto all’indennità una mera presa d’atto del servizio già organizzato in turni.

Il Consiglio di stato ha in primo luogo negato che l’indennità richiesta sia dovuta per il solo e mero dato di fatto dello svolgimento dell’attività di servizio secondo una turnazione.

Secondo il collegio, infatti, occorre dimostrare “l’esistenza di una corrispondente organizzazione del relativo apparato amministrativo da parte degli organi di governo dell’ente: l’organizzazione delle prestazioni di lavoro deve avvenire attraverso la predisposizione di orari e turni, mediante la programmazione dei piani di lavoro e prescrivendo la loro verifica con sistemi obiettivi di controllo degli orari di servizio, tali da assicurare che dette prestazioni siano rese” (Consiglio di Stato, sez. V, sentenza 1911/1999).

Solo successivamente all’atto dell’amministrazione, nel caso di specie la delibera di giunta, che abbia deliberato l’organizzazione di un servizio in modo da soddisfare i requisiti previsti dai contratti per la turnazione, matura il diritto alla erogazione di questo compenso risultando prive di rilevanza giuridica “le turnazioni eventualmente già esistenti sul mero piano fattuale”.

Il Consiglio di Stato ha, inoltre, ribadito che la semplice presenza di un orario di servizio che si articola per almeno 10 ore giornaliere consecutive non giustifica la erogazione di questo compenso, in quanto occorre verificare che le modalità di effettivo svolgimento di questa attività da parte dei singoli dipendenti siano rispondenti al requisito della rotazione in modo equilibrato nell’arco del mese.

La mera appartenenza a strutture che comportino un’erogazione continuativa di servizi per almeno dodici ore, non è sufficiente ai fini del riconoscimento dell’indennità occorrendo anche, e soprattutto, il presupposto dell’effettiva partecipazione individuale a delle turnazioni.

L’indennità, infatti, spetta solo in caso di rotazioni del personale interessato tra i turni predisposti dall’amministrazione.

Diversamente se un’amministrazione organizza un proprio servizio in più turni, ma i dipendenti assegnati ad esso non ruotano, prestando la propria attività sempre nello stesso arco temporale, ai medesimi non può essere riconosciuta alcuna maggiorazione.

Nell’ambito di un servizio che preveda l’articolazione in turni, ma non per tutti i dipendenti, l’indennità di turnazione spetta solamente a coloro che effettivamente ruotano secondo un orario distribuito in servizi di mattina, pomeriggio e, eventualmente, notte.

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso ritenendo infondato il diritto all’indennità di turnazione in mancanza di un atto con il quale l’amministrazione effettivamente riconosca l’organizzazione in turni di un determinato servizio, provvedimento idoneo a attribuire rilevanza giuridica alle prestazioni rese secondo tale modalità organizzativa.

 


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