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Procedura di espropriazione: è illegittima se non viene informato tempestivamente il cittadino


Tar Lazio, Sent. n. 41/10
di Chiara Zaccagnini

La procedura di espropriazione è illegittima se il cittadino non viene informato tempestivamente.

In quanto, il mancato avviso previsto dall’art. 7 della Legge n. 241/90 (“Partecipazione al procedimento amministrativo”), non supportato dalla prova di conoscenza o dalla effettiva partecipazione al procedimento di declaratoria di pubblica utilità di un’opera, rende illegittimo il provvedimento conclusivo dello stesso.

Questo è il principio affermato dal Tar Lazio, nella Sentenza in commento, con la quale ha accolto il ricorso presentato da alcuni cittadini per l’annullamento della Deliberazione della Giunta regionale, con cui era stato approvato il Piano particolareggiato, in esecuzione e in variante del Piano regolatore Generale.

Nel caso di specie, il Comune aveva approvato il Piano particolareggiato del Comprensorio Direzionale, deliberando l’espropriazione di alcuni manufatti.

Avverso tali deliberazioni alcuni cittadini hanno presentato ricorso al Tar, sostenendo la violazione e falsa applicazione dell’art. 13 Legge n. 2359/1865 e dall’art. 16, comma 5, Legge n. 1150/42.

I ricorrenti hanno lamentato l’invalidità del piano particolareggiato, in quanto sprovvisto del termine massimo di attuazione dello stesso e dei termini entro i quali dovevano essere compiute le espropriazioni.

I Giudici hanno precisato che al proprietario di un’area pubblica deve essere garantita, mediante comunicazione dell’avvio del procedimento, la possibilità di interloquire con l’Amministrazione procedente sulla sua localizzazione e, quindi, sull’apposizione del vincolo, prima della dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza e, quindi, dell’approvazione del progetto definitivo.

Costituisce onere dell’Amministrazione comunicare agli interessati l’avvio del procedimento, sin dalla sua fase procedimentale preordinata alla dichiarazione di pubblica utilità, per mezzo della quale i beni dei privati sono immediatamente subordinati alla realizzazione di un’opera pubblica e al conseguente regime di esproprio.

L’obbligo d’informazione dell’avvio del procedimento (ex art. 7 Legge n. 241/90) non costituisce un adempimento formalistico, essendo finalizzato invece alla realizzazione del principio sostanziale della partecipazione procedimentale, diretto a consentire al privato di avere conoscenza del provvedimento in itinere e di interloquire con l’Amministrazione consentendo quindi al cittadino di intervenire nel procedimento.

Il mancato avviso imposto dall’art. 7 della Legge n. 241/90, non supportato dalla prova di conoscenza o dall’effettiva partecipazione al procedimento di dichiarazione di pubblica utilità di un’opera, rende illegittimo il provvedimento conclusivo dello stesso (Cons. di Stato, Sent. n. 1016/00).

Il Tar ha precisato che il Comune non aveva informato i ricorrenti dell’esistenza del procedimento espropriativo in essere, che infatti erano stati contattati e informati soltanto nel momento in cui era stato notificato l’atto di approvazione di pubblica utilità dell’esproprio.

Il Tar ha accolto così il ricorso presentato dai cittadini, dichiarando illegittimo il procedimento di espropriazione attuato dal Comune, in quanto non erano stati informati tempestivamente.

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