L’Aran, con il parere AFL48 pubblicato il 7 febbraio 2022, ha fornito alcuni chiarimenti sulla portata applicativa delle disposizioni contenute nell’art. 32 del Ccnl. Funzioni Locali del 17 dicembre 2020 per il comparto della dirigenza in materia di welfare integrativo.
L’Agenzia ha evidenziato che la ratio di tale disciplina contrattuale è quella di ampliare la fruibilità dell’istituto, con l’introduzione di una modalità di finanziamento degli oneri per la concessione dei benefici, che consenta non solo di impiegare le risorse già previste da norme di legge, per le medesime finalità, ma anche l’impiego di risorse derivanti da quota parte del Fondo destinato alla retribuzione di posizione e di risultato.
Secondo l’Aran, pertanto, per l’anno 2021 e seguenti, anche per enti che non hanno mai destinato risorse a piani di welfare integrativo, è possibile usufruire della sola quota massima pari al 2,5% delle disponibilità del fondo dei dirigenti di ciascun anno.
L’Agenzia, inoltre, richiamando le lettere a) e d) del comma 1 dell’art. 45 del citato Ccnl. inerente le materie della contrattazione integrativa, ricorda che la determinazione della quota percentuale deve essere oggetto di contrattazione integrativa e che il limite del 2,5% deve essere calcolato sulle “complessive disponibilità” del Fondo della retribuzione di posizione e di risultato di cui all’art. 57, ponendo particolare attenzione al rispetto della previsione contenuta nel comma 3 di tale articolo che stabilisce un vincolo di destinazione a favore della retribuzione di risultato di importo non inferiore al 15% del fondo stesso.
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