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Decreto “Semplificazione”: le novità in materia di amministrazione digitale


L’art. 37 del d.l. 76/2020 viene così ad essere modificato dalla legge di conversione:

  • Comma 1 “Al fine di garantire il diritto all’uso delle tecnologie di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell’amministrazione digitale, e favorire il percorso di semplificazione e di maggiore certezza delle comunicazioni telematiche tra imprese, professionisti e pubbliche amministrazioni nel rispetto della disciplina europea e fermo quanto previsto nel predetto codice, all’articolo 16 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, sono apportate le seguenti modificazioni:”;
  • Comma 1, lett. b) numero 2 è stato così riscritto “sono aggiunti i seguenti  periodi:  “Fatto  salvo  quanto previsto dal primo periodo per le imprese di  nuova  costituzione,  i soggetti di cui al  comma  6,  che  non  hanno  indicato  il  proprio domicilio digitale entro il 1°  ottobre  2020,  o  il  cui  domicilio digitale è stato cancellato dall’ufficio del registro delle  imprese ai sensi del comma 6-ter,  sono  sottoposti  alla  sanzione  prevista dall’articolo  2630  del  codice  civile,  in   misura   raddoppiata.

L’ufficio del registro delle imprese, contestualmente all’irrogazione della sanzione,  assegna  d’ufficio  un  nuovo  e  diverso  domicilio digitale per il ricevimento di comunicazioni e  notifiche,  attestato presso il cassetto digitale dell’imprenditore,  erogato  dal  gestore del sistema informativo nazionale delle Camere di  commercio  di  cui all’articolo 8, comma 6, della legge 29 dicembre 1993, n. 580;

  • Comma 1, lett. e), capoverso 7 bis  “Il professionista che non comunica il proprio domicilio digitale all’albo o elenco di cui al comma 7 è obbligatoriamente soggetto a diffida ad adempiere, entro trenta giorni, da parte del Collegio o Ordine di appartenenza. In caso di mancata ottemperanza alla diffida, il Collegio o Ordine di appartenenza applica la sanzione della sospensione dal relativo albo o elenco fino alla comunicazione dello stesso domicilio. L’omessa pubblicazione dell’elenco riservato previsto dal comma 7, il rifiuto reiterato di comunicare alle pubbliche amministrazioni i dati previsti dal medesimo comma, ovvero la reiterata inadempienza dell’obbligo di comunicare all’indice di cui all’articolo 6-bis del decreto-legislativo 7 marzo 2005, n. 82 l’elenco dei domicili digitali ed il loro aggiornamento a norma dell’articolo 5 del decreto del Ministro dello sviluppo economico 19 marzo 2013, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.  83  del  9  aprile 2013, costituiscono motivo di scioglimento e di commissariamento del collegio o dell’ordine inadempiente ad opera del Ministero vigilante sui medesimi”;
  • Comma 2, settimo e ottavo periodo sono stati così riscritti “L’ufficio  del  registro  delle  imprese, contestualmente all’irrogazione della sanzione, assegna d’ufficio  un nuovo e  diverso  domicilio  digitale  presso  il  cassetto  digitale dell’imprenditore  disponibile   per   ogni   impresa   all’indirizzo impresa.italia.it,   valido   solamente   per   il   ricevimento   di comunicazioni e notifiche, accessibile  tramite  identità  digitale, erogato dal gestore del sistema informativo nazionale delle Camere di commercio ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 29  dicembre 1993, n. 580.

Infine la legge di conversione ha aggiunto all’art. 37 del d.l. semplificazioni il comma 2 bis, il quale ha disposto che dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi  o  maggiori  oneri  a  carico  della  finanza   pubblica.   Le amministrazioni interessate provvederanno agli adempimenti previsti  con le  risorse  umane,   finanziarie   e strumentali   disponibili   a legislazione vigente.


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