Nell’ordinamento non sussiste alcuna incompatibilità tra lo svolgimento del ruolo di Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) e quello di comandante del corpo della polizia locale.
Tuttavia, è necessario verificare se l’attribuzione di tale incarico non determini una situazione, anche potenziale, di conflitto d’interessi, tra le diverse attività svolte.
Questo l’orientamento espresso dall’Anac nella delibera n. 333/2019 in ordine alla possibilità di attribuire le funzioni di Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) al comandante della polizia locale.
Come evidenziato dall’Anac, l’articolo 1, comma 221, della legge 208/2015 (legge di stabilità 2016) ha sancito il superamento del principio di specialità delle funzioni di polizia locale, rendendo possibile il conferimento di ulteriori incarichi anche ai dirigenti della polizia municipale (e dell’avvocatura civica).
La giurisprudenza – che ha sempre imposto prudenza circa l’affidamento di incarichi gestionali al Comandante della polizia locale per via delle situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi che potrebbe crearsi – dopo l’intervento della legge di stabilità 2016, ha ritenuto legittimi negli enti locali assetti organizzativi in cui si affidano ai comandanti della Polizia locale compiti ulteriori – sebbene correlati alle tipiche funzioni previste dalla legge quadro n. 65 del 1986 – di carattere gestionale e di amministrazione attiva (C.d.S. n. 2147/2019).
Pertanto, come evidenziato dall’Anac, nel caso in cui al Comandante della Polizia sia già assegnata la titolarità di altri uffici con funzioni di gestione e amministrazione attiva ai sensi del comma 221 della legge 208 del 2015, l’ente dovrà valutare se l’attribuzione dell’ulteriore incarico di RPCT possa determinare una situazione, anche potenziale, di conflitto d’interessi, tra le diverse attività svolte.