Una Provincia ha chiesto un parere in merito alla corretta interpretazione dell’articolo 1, comma 420, lettera g), della legge 190/2014, che a decorrere dal 1° gennaio 2015 vieta alle province delle regioni a statuto ordinario di attribuire incarichi di studio e consulenza.
In particolare l’ente ha chiesto se tale divieto si estenda anche agli incarichi di consulenza finanziati interamente da fondi comunitari nell’ambito di progetti approvati dall’Unione Europea.
I magistrati contabili della Lombardia, con la deliberazione 137/2015, pubblicata sul sito della sezione regionale di controllo il 7 aprile, hanno evidenziato come i divieti introdotti dalla legge di stabilità per il 2015 siano preordinati non tanto (o non solo) al riordino delle Province (peraltro ancora in attesa di conoscere il quadro completo delle proprie funzioni) quanto piuttosto a conseguire risparmi di spesa nella dimensione del coordinamento della finanza pubblica.
Tenuto conto della finalità della disposizione, quindi, non dovrebbero essere incluse nel divieto le spese per studi e consulenze finanziate con fondi di provenienza comunitaria.