Un sindaco ha chiesto un parere in merito alle corrette modalità di contabilizzazione di un’operazione di estinzione anticipata di un leasing finanziario avente ad oggetto l’acquisizione di un servizio e, in particolare, sulla possibilità di utilizzare l’avanzo di amministrazione.
L’ente ha premesso che il leasing è stato contabilizzato con il metodo finanziario, alla stregua dei Mutui (Titolo I, interessi e Titolo III, quota capitale).
I magistrati contabili del Veneto, con la deliberazione 173/2015, pubblicata sul sito della sezione regionale di controllo il 31 marzo, hanno evidenziato che solo il leasing immobiliare in costruendo, avente quale finalità la costruzione di un’opera pubblica e contestualmente la realizzazione di un’operazione di finanziamento, può essere ricondotto al novero delle forme di indebitamento.
Al contrario, il leasing finanziario che non risulti collegato ad una operazione di investimento, generante una spesa non in conto capitale bensì corrente (come quella per i corrispettivi di un servizio), non può essere considerato, agli effetti finanziari e contabili, alla stregua di un mutuo né può essere assimilato alle forme di indebitamento consentite all’ente locale.
Analogamente, anche l’estinzione anticipata del leasing, che in considerazione dell’oggetto del contratto (servizio), tra l’altro, non può configurare un “riscatto”, non può essere contabilizzata alla stregua dell’estinzione di un mutuo(con allocazione della spesa al Titolo III, per la quota capitale, ed al Titolo I, per gli interessi) né tanto meno dell’acquisto di un bene immobile (Titolo II), come nell’ipotesi di leasing finanziario in costruendo.
Pertanto, considerato che tale spesa non può considerarsi per investimenti né essere assimilata ad un indebitamento, l’ente non potrà procedere all’estinzione anticipata delle rate del leasing utilizzando l’avanzo di amministrazione (ammesso, ai sensi dell’articolo 187, lett. d) del Tuel, per l’estinzione anticipata dei mutui).