Un sindaco ha posto una serie di quesiti in materia di corretta contabilizzazione e conseguente corretto utilizzo di una somma di denaro acquisita dall’Ente medesimo a seguito di un lascito testamentario.
In particolare, l’ente ha chiesto come possa iscriversi in bilancio la somma, nonché se la stessa, in tutto o in parte, possa essere investita per l’acquisto di titoli di Stato.
L’ente ha premesso che la somma costituente oggetto del legato testamentario verrà incassata, in unica soluzione, nel corso del 2013 e che sulla stessa il de cuius ha impresso una generica destinazione a “opere di bene”.
I magistrati contabili del Friuli, con la deliberazione 120/2013 pubblicata sul sito della sezione regionale di controllo il 4 novembre, hanno chiarito che la soluzione più corretta è quella di imputare l’entrata al Titolo IV del bilancio, denominata “Entrate derivanti da alienazione, trasferimenti di capitali e da riscossioni di crediti”, categoria 5 “Trasferimenti di capitale da altri soggetti”, che reca la codifica SIOPE 4511.
Relativamente alla possibilità di utilizzazione in uscita delle risorse così introitate dal comune, in particolare per ciò che riguarda la possibilità di finanziare con parte di tali risorse spese di natura corrente, i magistrati contabili hanno ricordato che secondo l’articolo 162, mentre le entrate correnti possono finanziare spese sia di parte corrente che in conto capitale, le entrate di carattere straordinario possono finanziare esclusivamente spese in conto capitale o la restituzione di prestiti, salve le ipotesi derogatorie previste per legge.
Quanto, poi, alla possibilità di investimento temporaneo dell’erogazione in denaro, in particolare in titoli di Stato, i magistrati contabili hanno ricordato che l’impiego delle giacenze di cassa deve avvenire al fine indefettibile di ottenere rendimenti netti superiori a quelli del semplice deposito sul conto corrente di tesoreria.