Un sindaco di un ente con popolazione inferiore a 5.000 abitanti ha chiesto un parere in merito alla possibilità di effettuare un’assunzione nel 2014 a fronte della cessazione di un dipendente, assunto nel 2012 e dimessosi pochi mesi dopo l’ingresso in servizio.
I magistrati contabili della Lombardia, con la deliberazione 399/2013, pubblicata sul sito della sezione regionale di controllo il 9 ottobre, hanno ricordato che l’articolo 16, comma 31, del d.l. 138/2011 ha esteso l’assoggettamento al patto di stabilità interno dal 2013, anche ai comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti.
Considerato che l’ente, nel 2012, ai fini della normativa sul personale, era tenuto ad osservare l’articolo 1, comma 562, della L. n. 296/2006 (finanziaria 2007), il quale dispone che “gli enti non sottoposti alle regole del patto di stabilità interno […], non devono superare il corrispondente ammontare dell’anno 2008”, poteva procedere ad assunzioni secondo la regola del “turn-over al 100%”.
Tale vincolo, secondo la giurisprudenza consolidata, consente di tenere conto non solo delle assunzioni dell’anno precedente, ma anche di quelle tutte intervenute dal 2006 in poi e non ancora ricoperte.
A partire dal 2013, l’articolo 1, comma 562, della finanziaria 2007 è applicabile ai comuni fino a mille abitanti, mentre per quelli superiori si applica, oltre al patto di stabilità, la disciplina di limitazione della spesa di personale prevista dal comma 557.
Tenuto conto che la cessazione del personale da sostituire è intervenuta nel 2013, ne consegue che l’ente, alla luce del nuovo quadro normativo, potrà effettuare nuove assunzioni nel 2014 nel rigoroso rispetto della disciplina del “turn-over” di cui all’articolo 76, comma 7, del d.l. 112/2008, fermo restando l’obbligo di rispettare i tetti di spesa rispetto al 2012, violati i quali ne deriverebbe un divieto di assunzione ai sensi dell’art. 1, comma 557-ter della finanziaria del 2007 e/o dell’art. 76, comma 7, del citato decreto.