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Puglia, deliberazione n. 171 – Violazione patto stabilità: vietato anche il comando


Un sindaco ha chiesto un parere in merito alla corretta interpretazione del divieto posto dall’articolo 31, comma 26 della legge 183/2011 in base al quale gli enti che non hanno rispettato il patto di stabilità non possono procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale.

I magistrati contabili della Puglia, con la deliberazione 171/2013 pubblicata sul sito della sezione regionale di controllo il 10 dicembre, hanno chiarito che il divieto ricomprende ogni fattispecie che sia sostanzialmente configurabile come rapporto di lavoro a vantaggio dell’ente soggetto alle limitazioni, senza distinzione alcuna che possa basarsi su aspetti formali quali il “titolo” giuridico della costituzione o la “tipologia contrattuale” utilizzata.

Il divieto di procedere ad “assunzioni di personale”, pertanto, non si esaurisce nel divieto di costituzione di nuovi rapporti, ma ricomprende tutte le ipotesi in cui l’ente realizza un incremento delle prestazioni lavorative in suo favore con conseguente aumento delle relative spese.

In tal senso, il divieto di procedere a nuove assunzioni posto a carico degli enti inadempienti al patto di stabilità ricomprende anche la stipula delle convenzioni di cui all’articolo 14 del CCNL comparto regioni ed autonomie locali del 22 gennaio 2004.

Allo stesso modo, il divieto di effettuare nuove assunzioni deve intendersi esteso anche all’istituto del comando.

Relativamente al secondo quesito, concernente l’individuazione degli amministratori soggetti alla sanzione della riduzione delle indennità e dei gettoni di presenza in caso di mancato rispetto del patto di stabilità, i magistrati contabili hanno chiarito che “gli amministratori in carica nel 2010 dovranno essere assoggettati – nel 2014 – alla decurtazione del trenta per cento dell’indennità o dei gettoni di presenza effettivamente percepiti al 30 giugno 2010 sui quali precedentemente è stata operata la riduzione del 30 per cento a causa del mancato rispetto del patto di stabilità interno per il 2009”.

 


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